Invito a presentare contributi – La geografia sociale alle prese con il nuovo pensiero critico. Geografia sociale-geografia radicale: ripensare un «incontro mancato»?

Riceviamo da Isabelle Dumont l’invito a presentare contributi per l’incontro italo-francese di geografia sociale 2018, che si svolgerà il 14 e il 15 maggio (Art-Dev, Université de Perpignan Via Domitia). L’incontro è anche parte dell’attività del Gruppo A.Ge.I. “Geografie per la Società”; lo diffondiamo con piacere.

Riportiamo di seguito quanto si legge nell’invito a presentare contributi (entro il 15 marzo*). Nell’allegato, scaricabile da questo link, il testo in lingua italiana si trova nella seconda parte del file.

La geografia sociale alle prese con il nuovo pensiero critico.
Geografia sociale-geografia radicale: ripensare un «incontro mancato»?

A partire dall’inizio degli anni 2000, il pensiero detto «critico» si è fortemente rinnovato. Se
esso ha inizialmente messo in questione il pensiero dominante a partire da approcci
individualisti, questo recente rinnovamento ha significato la riscoperta di una geografia
d’ispirazione marxista, dove la geografia radicale anglofona ed i suoi autori più emblematici,
come David Harvey, Doreen Massey, Eric Swyngedouw o ancora Neil Smith, costituiscono un
riferimento fondamentale.
Tuttavia, se un tale rinnovamento sembra recente, questa geografia ha radici antiche,
specialmente in Francia. La geografia sociale in particolare non hai mai realmente cessato di
possedere un’«impronta marxista» (Pailhé, 2003). Interessandosi alla (ri)produzione delle
disuguaglianze, la geografia sociale francese è stata a volte considerata come «la variante
francese della geografia radicale anglofona» (Brunet et al., 1993, p. 476). Tuttavia, gli autori
anglofoni hanno poco o per nulla utilizzato nei loro scritti il pensiero di questa corrente
critica francese. Per esempio il geografo britannico David Harvey non cita Pierre George nel
suo elenco delle scuole di pensiero critico geografico in Francia (2010, p. 89).
Allo stesso tempo, i lavori dei geografi radicali anglosassoni sono entrati nella riflessione
geografica francese solamente a partire dal nuovo millennio – dunque tardivamente – grazie
ad una serie di traduzione di articoli e scritti vari, nonostante essi costituissero già un
riferimento a livello mondiale (Claval et al., 2015, p. 9). La geografia sociale italiana si è
interessata alle tematiche sociali con dinamiche simili alla geografia sociale francese.
Ricerche su tematiche come la prostituzione, la marginalità o le disuguaglianze sociali si sono
così sviluppate anche in Italia. Tuttavia, nel contesto attuale, i rimandi ad un approccio
critico, e ancora più i riferimenti alla geografia radicale, sembrano ancora limitati ed
asimmetrici.
Infine, se le due geografie sociali condividono alcune prospettive teoriche, come per
esempio l’idea di una dimensione territoriale del sociale (Di Méo, Buléon, 2006 ; Dematteis,
1985) – l’una e l’altra sembrano faticare a posizionarsi in relazione ad una geografia radicale
oggi emergente.

Si pensi in particolare alla raccolta di articoli di geografi anglofoni, tradotti in francese, coordinata da Staszack et al. (2001), nonché alla raccolta di articoli di David Harvey (2010).

Questo incontro franco-italiano di geografia sociale aspira ad interrogarsi su questo
«incontro mancato», tra la geografia sociale francese ed europea e la geografia radicale
anglosassone. Esso ha l’ambizione di produrre una riflessione sulle influenze della geografia
sociale attuale, in particolare in relazione alla geografia radicale anglosassone. Questa
problematica generale sarà declinata attraverso diversi assi di riflessione:

– Geografia sociale–geografia radicale : similitudini/differenze

La geografia sociale si caratterizza per l’importanza che viene data al lavoro di
campo, al punto da essere stata accusata di essere troppo empirica (Séchet et
Veschambre, 2006), mentre la geografia radicale insiste sugli strumenti concettuali
da utilizzare, al punto da essere a volte considerata come troppo teorica. Ma ciò
corrisponde al vero? La geografia sociale non utilizza a sua volta degli approcci più
teorici, come mostrano i lavori sulle differenti «dimensioni dello spazio» (Ripoll et
Veschambre, 2005)? La geografia radicale non ha a sua volta sviluppato dei lavori
empirici? Questo asse vuole superare una visione che appare per certi aspetti
schematica. Le comunicazioni potranno insistere su uno dei due aspetti. Allo stesso
modo, se la geografia radicale rivendica il suo essere militante, non ha forse la
geografia sociale, a proposito della sua utilità sociale, a volte sostenuto la necessità di
una «geografia sociale dell’azione»? (Bautès et Marie Dit Chirot, 2012)? A questo
proposito siamo interessati a delle comunicazioni che vertono sull’implicazione dei
ricercatori, sul loro atteggiamento verso l’oggetto di ricerca, ma allo stesso tempo
verso il loro lavoro sul campo. Comunicazioni legate alla produzione di supporti
all’insegnamento, militanti o critici, sono ugualmente benvenute.
Delle geografie sociali oggi dominanti nel mondo accademico ?
Se le università della Francia occidentale (in particolare il laboratorio ESO), di Lione
(attorno alla figura di Renée Rochefort) o di Saint-Étienne (legata alla personalità di
André Vant) sono state delle «pioniere», altre geografie critiche emergono
progressivamente, interessandosi agli approcci radicali anglosassoni e interrogandosi
sui rapporti di dominazione, pensando lo spazio come un prodotto sociale. Molte tra
queste rivendicano l’appartenenza ad una geografia definita come «sociale», ma a
cosa si riferiscono esattamente? Di quali riferimenti ed influenze si nutrono queste
geografie? Si tratta di far dialogare i ricercatori sul loro rapporto con la geografia
sociale e di riflettere sulle differenti maniere in cui questa è intesa.
– Geografie critiche, geografie militanti: sia la geografia sociale che la geografia
radicale sono state storicamente accompagnate da una postura militante. Negli anni
’60 i lavori pioneristici di William Bunge negli Stati Uniti hanno combinato una
geografia teorica critica ed una geografia militante. Le sue ricerche hanno aiutato a
definire i contorni di una geografia militante ed apertamente rivoluzionaria, un
approccio oggi ampiamente diffuso nella letteratura radicale. In Francia, la militanza
a sinistra dei geografi sociali ha segnato un’epoca (in particolare in relazione ai
legami di certi suoi rappresentati con il partito comunista francese). Ma qual è la
situazione oggi? La svolta social-democratica dei partiti di sinistra in Europa, il
nascere di partiti più radicali (Podemos in Spagna, La France insoumise, ecc.)
conducono oggi ad un riposizionamento ideologico dei ricercatori? Lavorando su
tematiche come il diritto alla città, le ingiustizie socio-spaziali, i migranti, gli effetti del
neo-liberalismo, in che maniera i ricercatori costruiscono dei ponti con il mondo
associativo, militante e politico? Con quale ritorno critico e riflessivo? Infine, in che
maniera i ricercatori mettono in relazione il loro lavoro (sia empirico che teorico) ed
il loro impegno civile e politico (in associazioni, collettivi, sindacati, ecc.) in un
contesto accademico dove la parola del ricercatore può essere limitata da condizioni
contrattuali (legate al finanziamento della ricerca), finanziarie o istituzionali?
I contributi attesi potranno essere il risultato di ricerche sia empiriche sia teoriche e
riguardare varie tematiche, senza limiti a priori, come le condizioni urbane, rurali, ambientali
o le migrazioni.

* Le proposte di contributo potranno essere redatte in francese o in italiano con una lunghezza compresa tra i 2000 e i 2500 caratteri (spazi inclusi) e con un titolo e 5-7 parole chiave, specificando nome e cognome, istituzione di appartenenza e indirizzo email
Le proposte devono pervenire al più tardi entro il 15 marzo aggiornamento: 9 aprile e devono essere inviate al
seguente indirizzo : nora.nafaa@univ-perp.fr

Comitato scientifico:

Fabio Amato, Université de Naples
Claudio Cerreti, Université de Rome 3
Isabelle Dumont, Université de Rome 3
Jean-Marc Fournier, Université de Caen – ESO
Emanuela Gamberoni, Université de Vérone
David Giband, Université de Perpignan – ART-DEV
Robert Hérin, Université de Caen – ESO
Myriam Houssay-Holzschuch, Université de Grenoble – Pacte
Benoît Raoulx, Université de Caen – ESO
Max Rousseau, CIRAD – ART-DEV
Massimiliano Tabusi, Università per Stranieri di Siena

Comitato organizzativo:

Clément Barniaudy, Aurélie Delage, Emanuele Giordano, Kévin Mary, Nora Nafaa.

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