Geografia dell’ambiente

Obiettivi del gruppo

Le questioni ambientali occupano una posizione centrale nel discorso pubblico e nel dibattito scientifico, contribuendo a ridefinire l’agenda di diverse discipline e aprendo nuovi spazi di elaborazione e di analisi. I cambiamenti climatici, l’eccessivo sfruttamento delle risorse, la perdita di biodiversità, la gestione dei rifiuti, la deforestazione rappresentano solo alcune delle sfide cui il nostro tempo ci espone, riportando all’attenzione i decisivi rapporti fra la dimensione ambientale e quella sociale, politica, economica ed etica.

La geografia, nella sua duplice vocazione umana e fisica, offre un punto di osservazione privilegiato per analizzare criticamente i processi di trasformazione ambientale e le complesse interazioni che questi hanno con i sistemi socio-economici.

È a partire da questi presupposti teorici che il gruppo di lavoro AGeI “Geografia dell’Ambiente” si propone di promuovere lo studio delle tematiche ambientali e di creare momenti di discussione e dibattito tanto all’interno della comunità accademica quanto nella sfera pubblica e, in particolare, nell’interazione fra ricercatori, attivisti e policy-makers. Obiettivo del gruppo è di far convergere percorsi di ricerca già esistenti nella geografia italiana e a partire da questi aprire uno spazio di confronto e di progettualità comune. Di seguito un elenco non esaustivo delle tematiche e prospettive di ricerca su cui si potranno strutturare le attività promosse dal gruppo di lavoro GeA:

  • Cambiamenti climatici
  • Biodiversità
  • Rifiuti
  • Aria
  • Acqua
  • Consumo del suolo
  • Sostenibilità
  • Mobilità
  • Energia
  • Giustizia ambientale
  • Ecologia politica
  • Politica dell’ambiente
  • Governance ambientale
  • Geopolitica delle risorse naturali
  • Vulnerabilità ambientale
  • Conflitti ambientali
  • Trattati internazionali ambientali

Principali eventi di interesse del gruppo

Call for Paapers – Numero Speciale Geotema
Abstracts: 28 Febbraio 2021 – Articolo completo: 1 luglio 2021Geografia dell’Ambiente

 

Nell’ambito degli studi di geografia dell’ambiente e del rischio, soprattutto in considerazione degli aspetti di vulnerabilità socio-ambientale del nostro paese, manca uno strumento che metta in evidenza i risvolti territoriali delle politiche che – a diversa scala – mirano alla mitigazione del degrado ambientale, anche esacerbato dagli impatti negativi della crisi climatica in atto.

Se, in effetti, appare complicato disporre di studi locali che considerino le conseguenze dei cambiamenti che globalmente stanno investendo il pianeta, è pur vero che il degrado conseguente a un utilizzo scellerato delle risorse – associato a un territorio già di per sé esposto ai rischi naturali e a sacche di popolazione estremamente vulnerabili socio-economicamente – rende urgente un’analisi organica degli strumenti per la riduzione di tale degrado ambientale.

A questo proposito, al di là di una possibile ricognizione, per così dire, inventariale, sarebbe interessante immaginare un atlante che consideri gli ambiti (sia tematici che territoriali) degli strumenti per contrastare il degrado ambientale.

 

In vista di una ricognizione delle politiche e degli strumenti normativi finalizzati a questo obiettivo, quello che si propone, allora, è un atlante che metta in luce le diverse realtà presenti nel nostro Paese alle diverse scale di governo e in considerazione delle diverse declinazioni del degrado socio-ambientale presente nei sistemi territoriali al di là delle emergenze, anche attraverso la realizzazione di prodotti cartografici tematici.

 

Prima di redigere un atlante vero e proprio, potrebbe essere condotto uno studio preliminare nell’ambito di un numero monografico di Geotema dedicato al tema delle politiche (alle diverse scale e in considerazione di diversi ambiti tematici) per il contrasto del degrado ambientale che ne evidenzi gli aspetti normativi, territoriali, ma anche diacronici che rendono tale questione un’urgenza scientifica e socio-economica, una sorta di rassegna che faccia emergere l’eterogeneità delle politiche adottate, lo scarto tra programmi e azioni sul territorio, nonché della diversa scala di intervento.

Gli articoli di questo numero monografico, raccolti mediante call aperta oppure tramite invito, potrebbero focalizzarsi o a scala regionale o, viceversa, potrebbero essere presi in considerazione ambiti territoriali – anche in una lettura geo-storica – che travalichino gli aspetti amministrativi e il cui raggruppamento potrebbe fare riferimento ad aspetti di “omogeneità” geografica? orografica? es: Appennino meridionale, piana Padana, Prealpi, etc.

Ciascun contributo, potrebbe concentrarsi, per esempio, sulla ricognizione diacronica o contestuale degli strumenti attuativi che regolano e degli enti impegnati nella lotta al degrado ambientale nel contesto generale delle “politiche ambientali”, oppure sul contrasto a un “singolo” rischio: idrogeologico, sismico, vulcanico (anche se forse risulterebbe più difficile trovare un tema che abbracci tutte le aree).

Oppure, i contributi potrebbero focalizzarsi sull’analisi di un singolo tema (collegato agli impatti antropici e alla fragilità socio-territoriale soggiacente), considerandone gli aspetti che travalicano i confini amministrativi, es: le coste, le aree montane, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento delle falde, le aree insulari, i vulcani, lo spopolamento delle aree interne, siccità, perdita della biodiversità ecc.

Dal punto di vista della multidisciplinarità, i contributi del numero speciale, prima, e l’atlante, poi, si pongono come un crocevia tra le diverse discipline che analizzano gli aspetti ambientali e le politiche territoriali in cui la geografia (superando anche la discrasia di partizionamento tra i settori che la compongono) si pone come la prospettiva analitica necessaria, come testimoniato dal recente finanziamento di progetti di interesse nazionale[1], dai numerosi seminari sul tema[2] e dalle dichiarazione di intenti del presidente dell’Agei sui rapporti con la geografia fisica in generale, ad esempio con Aigeo e Sigea.

L’identificazione delle politiche per contrastare il degrado ambientale già presenti nei territori crediamo debba essere uno strumento necessario non soltanto dal punto di vista scientifico, ma anche per favorire la disseminazione e per permettere un più adeguato utilizzo delle risorse.

[1] Un esempio su tutti, il Prin “Mitigazione del rischio ambientale: fonti geostoriche e governance territoriale (2015KT7HSJ)”, coordinato dal Prof. Claudio Cerreti.

[2] Ad esempio, il Seminario di studi storico-geografici “Dalla mappa al GIS” ha trattato il tema in numerose edizioni dei suoi incontri, tra cui quello del 2019 sul tema “Territorio: rischio/risorsa”.

Bibliografia di riferimento

in fase di redazione

Link utili

in fase di redazione

Membri del gruppo

Marco Grasso (Coordinatore)

Università di Milano-Bicocca

 

Chiara Giubilaro

Università di Milano-Bicocca

 

Giuseppe Forino

University of Newcastle

 

Filippo Randelli

Università di Firenze

 

Simona Giordano

IUAV

Chiara Certomà

SSUP

 

Andrea Zinzani

University of Manchester

 

Fausto Di Quarto

Università di Milano-Bicocca

 

Luca Salvati

Università La Sapienza di Roma

 

Silvia Grandi

Università di Modena e Reggio Emilia

 

Federico Martellozzo

Università di Firenze

 

Monica Camuffo

Università di Venezia

 

Matteo Puttilli

Università di Firenze

 

Stefano Soriani

Università di Venezia

 

Donatella Privitera

Università di Catania

 

Antonella Dosolina Pietta

Università di Brescia

 

Sara Bonati

Università di Firenze

 

Marco Tononi

Università di Brescia

 

Adriana Conti Puorger

Università La Sapienza di Roma

 

Cary Yungmee Hendrickson

Università di Roma La Sapienza

 

Emiliano Tolusso

Università degli Studi di Milano

 

Fausto Marincioni

Università Politecnica delle Marche

 

Giovanni Sistu

Università di Cagliari

 

Luca Simone Rizzo

Università di Padova

 

Giorgia Iovino

Università di Salerno

 

Maria Rosaria Prisco

ISTAT

 

Eleonora Guadagno

Università degli Studi di Napoli ‘L’Orientale’

 

Gianni Petino

Università degli Studi di Catania

 

Teresa Graziano

Università degli Studi di Catania

 

Venere Stefania Sanna

Università Sapienza – SOGESID

 

Valentina Albanese

Università di Pisa